WORKSHOP E REPORT

La grande maggioranza delle entità italiane in Burkina Faso è costituita da associazioni di volontariato e di cooperazione internazionale, che in modo indipendente contribuiscono al miglioramento delle condizioni di vita delle comunità locali, promuovendo sviluppo e rispondendo alle crisi umanitarie, ciclicamente sempre più frequenti nell’area.

La mappatura ha individuato dei tentativi di collaborazione e messa a sistema di entità diverse, dai quali emerge che alcuni organismi hanno avuto un ruolo di snodo e incentivo: alcune Regioni italiane, le Fondazioni di origine bancaria, alcune ONG. Queste esperienze hanno delle caratteristiche diverse che non sono alternative ma complementari.

Insomma, in modo crescente, nella cooperazione internazionale, si parla di approccio di sistema e di coerenza con le relazioni economiche e finanziarie. In questo quadro si deve inserire anche il dibattito interno italiano sull’esigenza di fare sistema. Le motivazioni sono diverse: accrescere l’efficacia e l’efficienza della cooperazione, date le scarse risorse, combinando quelle pubbliche con quelle private e sociali; far fronte alla frammentazione aumentando l’impatto, passando da un approccio per progetti ad uno di programma; scambiare buone pratiche e individuare percorsi innovativi.
Le considerazioni precedenti portano alla necessità di capire cosa si intende per Sistema Italia della cooperazione allo sviluppo, con particolare riferimento, nel nostro caso, al Burkina Faso.
Per questo è importante impostare la questione in modo analitico, focalizzando l’attenzione sugli attori italiani che hanno relazioni con il Burkina Faso.
Un approccio di sistema, per definizione, presuppone un insieme ordinato e congruente di funzioni.
VBZVBVZV- Una funzione di relazionalità ;
VBZVBVZV- Una funzione di informazione;
VBZVBVZV- Una funzione di approfondimento della conoscenza;
VBZVBVZV- Una funzione di formazione e assistenza tecnica;
VBZVBVZV- Una funzione di regia e programmazione.

Ogni funzione dovrebbe corrispondere a ruoli e specializzazioni di attori o organismi specifici e fare riferimento a sistemi politico-istituzionali, sociali ed economici diversi.

Le esperienze delle Regioni hanno una valenza politica e democratica nel momento in cui cercano di contribuire al processo di decentramento del Burkina Faso e di costruzione di politiche settoriali per lo sviluppo territoriale. Intrecciano rapporti con le istituzioni locali e valorizzano le competenze delle diverse organizzazioni del territorio sulle tematiche di sviluppo locale, sostenendo e promuovendo la cooperazione decentrata tra Comuni. L’esperienza delle Fondazioni di origine bancaria sostiene anch’essa un approccio di rete, che coinvolge ONG italiane, e organizzazioni no profit italiane e partner locali, associazioni della diaspora, e attori della cooperazione decentrata e soggetti della cooperazione bilaterale e internazionale. Le esperienze delle ONG italiane convergono sempre di più in iniziative consortili e complementari attraverso le quali poter partecipare alle politiche di cooperazione dell’Unione Europea e di altre organizzazioni ed agenzie internazionali, accedendo ai relativi fondi, così come per sostenere ed accompagnare i progetti avanzati dalle Regioni, dalle Fondazioni bancarie e dalle Associazioni e comunità della diaspora burkinabè.

Questi tre snodi hanno condiviso in alcune occasioni le diverse funzioni di un sistema. Le Regioni e le Fondazioni si sono caratterizzate per il ruolo di regia, di messa in relazione e di informazione, valorizzando le funzioni di conoscenza, formazione e assistenza tecnica che sono caratteristiche del mondo delle ONG, di Università e Centri di ricerca. In alcuni casi, le ONG hanno condiviso le funzioni relazionali con le Regioni, i Comuni e le organizzazioni della società civile avendo capacità da offrire ed essendo ponte con le comunità locali in Burkina Faso. La presenza continua e radicata delle ONG in Burkina, infatti, conferisce loro un ruolo essenziale nella funzione relazionale e di mediazione con il contesto locale.

Il legame tra gli snodi potrebbe avvenire attraverso alcuni strumenti comuni: incontri programmati e cadenzati di scambio e programmazione/progettazione comune; un blog di semplici news attraverso il quale nutrire in automatico un semplice archivio delle iniziative (chi fa cosa e dove), missioni congiunte, ecc.

Tutto ciò in attesa che sia il Ministero per gli affari esteri e la cooperazione internazionale (MAECI) ad assumere un ruolo di necessario coordinamento e di strategia Paese condivisa, valorizzando gli snodi e gli attori presenti.

In tutte le esperienze di sistema identificate c’è sempre stata attenzione verso il coinvolgimento di competenze diverse, ad esempio di carattere universitario e del settore privato. Evidentemente, le condizioni economiche del Burkina Faso sono poco attrattive da un punto di vista commerciale e di investimento privato. Di conseguenza, è importante il ruolo che può giocare la cooperazione economica nel favorire la creazione di un ambiente adeguato. È dunque possibile creare una specie di “market place”, uno spazio virtuale dove raccogliere gli operatori e le tecnologie disponibili e valorizzarle in termini di sostenibilità tecnica, ambientale e sociale, accanto a percorsi informativi e formativi per i partner locali.

La gran parte delle iniziative della società civile italiana è rivolta a contribuire a migliorare le condizioni di vita delle popolazioni locali: sanità, educazione, sicurezza alimentare e gestione delle risorse naturali. Queste attività sono una prova tangibile della possibilità di creare comunità pacifiche fondate sul soddisfacimento dei diritti essenziali, dove le diverse culture e religioni trovano un fondamento comune e opportunità di collaborazione, in un contesto in cui la coesione sociale è l’elemento principale per lo sviluppo della resilienza. Ecco allora che le centinaia di iniziative di solidarietà e cooperazione possono trovare un forte collante nel principio della sicurezza umana.

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ADESIVO GRANDE

 

Al temine del progetto, precisamente il 15 aprile 2015, è stato organizzato il workshop di un giorno in Italia con l’obiettivo di condividere con la società civile italiana e burkinabè ma soprattutto con le istituzioni italiane più interessate (MAECI e MISE) quanto emerso dall’analisi e dall’approfondimento della mappatura.

Invito Workshop “Verso una cooperazione del Sistema Italia. Il caso del Burkina Faso”

Il Workshop si è svolto a Roma il 15 aprile 2015 presso la Pontificia Università Lateranense e con il contributo dell’iniziativa Fondazioni for Africa Burkina Faso. L’organizzazione del Workshop ha visto un’importante sinergia e collaborazione tra lo staff del partenariato. I lavori sono stati inaugurati dal vice direttore DGCS del MAECI Min. Fabio Cassese, successivamente Gianfranco Cattai, Presidente FOCSIV, ha presentato i risultati dell’indagine e delle proposte per contribuire a costruire il Sistema Italia della cooperazione. Emilio Ciarlo, consigliere politico del Viceministro Lapo Pistelli, ha successivamente effettuato un intervento sul Sistema Italia di cooperazione alla luce della nuova legge. A fine mattinata e nel pomeriggio sono stati strutturati 3 panel, che hanno permesso di affrontare i temi in modo interattivo attraverso dei brevi speech da parte dei referenti degli “snodi” identificati dalla mappatura, l’animazione di un moderatore e successivo dibattito dal pubblico:

  • Panel n.1‐ Snodi, funzioni e approcci del sistema
  • Panel n.2 – La cooperazione economica ed il rapporto profit-non profit
  • Panel n.3 – Il contributo alla sicurezza umana e a un dialogo di pace sociale, interculturale e interreligioso

In vista della preparazione del workshop sono stati prodotti a cura di FOCSIV , CISV ed LVIA dei documenti di posizionamento e di presentazione dei temi da sviluppare:

Introduzione ai temi

Proposte di prospettiva

Tenuto conto della riprogrammazione del workshop in Italia, i promotori del progetto in accordo con il referente LVIA in Burkina Faso, hanno voluto invitare all’evento due personalità del Burkina Faso che da sempre si sono contraddistinte per il loro impegno nell’ambito della cooperazione mantenendo relazioni costanti con il Sistema Italia e promuovendo snodi di coordinamento tematici: il Vescovo della Diocesi di Koudougou Joachim Ouédraogo e il responsabile della Laboratorio della cittadinanza, ex Ministro degli Interni, Raogo Antoine Sawadogo.

È stato elaborato il documento “Resoconto del Workshop” con gli interventi di tutti i partecipanti.

GALLERIA FOTOGRAFICA